
Tutti ricordiamo l'Italia di quegli anni.
E chi non la ricorda perchè non c'era ne avrà sicuramente sentito parlare.
È di un'Italia stremata che stiamo parlando.
Un'Italia già caduta a terra a causa della strage di Caputi, avvenuta non troppo tempo prima, che cercava con coraggio di rialzarsi e di andare avanti.
Un proposito subito stroncato da un'altra pugnala alla spalle, forse più letale della prima, poichè inaspettata: l'omicidio di Paolo Borsellino.
Ovviamente non è mia intenzione entrare nell'ambito delle successioni dei fatti, e nemmeno analizzare le conseguenze di questo avvenimento.
Ho intenzione però di focalizzare due punti particolari estraibili dal filmato.
Il primo è palese, ossia la questione Mafia; un cancro che sta devastando il nostro paese.
Il secondo invece è da leggersi tra le righe, anche se questo filmato lo mette in luce piuttosto bene; sto parlando della questione "protezione". E non mi riferisco limitatamente a Borsellino, bensì al globale dovere che lo Stato ha (o dovrebbe avere) nei confronti della nostra protezione.
Abbiamo uno Stato in grado di proteggerci? Uno stato che ci assicura sicurezza e giustizia?
Uno Stato che combatte con tutte le proprie forze e risorse la criminalità e la corruzione?
E se la nostra Italia non corrisponde a questa descrizione, cosa dovrebbe fare per raggiungerne la concretizzazione?
Insomma, è davvero finito tutto?
The young Jack
3 commenti:
...purtroppo all'interno dello stato stesso risiedono mafiosi... Ormai, sopratutto nelle sedi statali meridionali, è così... Io credo che lo Stato debba provvedere alla protezione di tutti ma se le premesse sono quelle che si riescono a carpire dal filmato, cioè che quando c'era bisogno di sostenere ed aiutare il Sign. Paolo Borsellino in pochi lo hanno fatto e al suo funerale, invece, magicamente c'erano tutti i politici, alcuni dei quali, precedentemente, gli avevano negato aiuti, non credo che arriveremo da alcuna parte... E' una lotta molto dura quella contro la criminalità organizzata... C'è bisogno di un'alleanza solida da parte di tutti...
Vorrei risponderti che ti stai sbagliando, che ci sono persone che combattono con tutta le loro forze il sistema corrotto. Lo vorrei seriamente, ma mentirei. Lo Stato, e parlo dei vertici più alti, non sta facendo nulla o almeno, non visibilmente. Non ci sono risultati concreti, niente di niente: "sappiamo che la mafia c'è, è una realtà, impariamo a convivere con essa". Sono allibita, veramente. Cosa bisognerebbe fare? Credo alzare la testa, parlare e denunciare. Non è facile, lo so benissimo ma se non sbaglio lo Stato ha il dovere di tutelare il cittadino. Ci sono imprenditori, persone comuni che escono da questa omertà che è ormai di casa nella classe politica e che detiene il potere e denunciano questo sistema e non ricevono protezione, nulla. Sono costretti a rimanere a vivere nel loro paese, vedono distrutti i frutti della loro vita (lavoro,imprese,ditte), perdono affetti e spesso la vita.
Non lasciamo che le morte di Borsellino, Falcone, delle loro squadre, di altre persone comuni siano invane.
Secondo me attualmente lo Stato non è in grado di offrirci una protezione adeguata, non tanto perchè non ci sono i mezzi necessari per ottenerla, quanto perchè si ha paura di affrontare il problema. A tale proposito ricordo un episodio narrato nel libro "Il giono della Civetta" di Leonardo Sciascia, in cui un colpo di pistola uccise l'autista di un autobus, la polizia chiese alle persone presenti chi fosse stato a sparare e questi risposero ipocritamente di non avere sentito nessuno sparo; questo evidenzia quanto la gente non riesce ad affrontare questo grave problema perchè teme di essere ucciso.
Posta un commento