giovedì 20 novembre 2008

Un altro New Deal?


Eh sì, signori miei, è proprio questa la realtà.
Ecco dunque come è messa l'economia mondiale dopo il crollo della Lehman Brothers; una crisi che, come possiamo apprendere dai quotidiani in continuo aggiornamento, ha fino ad ora causato il "bruciarsi" della bellezza di mille miliardi di dollari (considerando le ripercussioni a catena dei 635 esclusivi della banca).
Un terremoto di capitali che fa sentire le sue vibrazioni su tutte le borse mondiali, in particolare in Europa e Cina. Ora la parola d'ordine proposta dai capi di stato delle maggiori nazioni del mondo è ripresa. Tuttavia pare che una buona parte dei tentativi interventisti da parte dei governi stessi ai fini di risollevare le finanze della propria nazione siano stati bocciati.
L'origine del problema sembra essere la comune convinzione che il mercato, come tale, debba gestirsi da solo, e soprattutto che i soldi pubblici non debbano essere rubati dalle tasche dei contribuenti.
Ed eccoci dunque al quesito del giorno, miei cari: credete che, ai fini di evitare maggiori ripercussioni, l'organo collegiale di uno stato debba approvare piani di ripresa arditi a (momentaneo, ci dicono) svantaggio dei contribuenti?
Oppure, da smithiani convinti, ritenete che il mercato debba trovare da solo la propria uscita di sicurezza?
Insomma, stiamo parlando di altri potenziali New Deal o di un possibile sopruso nei confronti dei cittadini privati?

The young Jack

1 commento:

evelyn ha detto...

io credo che sarebbe più giusto che l'economia trovasse da sé le soluzioni, senza coinvolgere direttamente i cittadini. è altrettanto vero che se le soluzioni non esistono, e l'unica possibile è, come lo chiami tu, un New Deal, è inutile che la crisi continui solo perchè non ci si vuole mettere in gioco. d'altra parte non si va avanti in nessun caso, quindi tanto vale tentare..